Il Barbarià© appellativo che deriva da "imbarbarito, imbastardito" era un'antica tecnica
che prevedeva la semina autunnale di una miscela composta da semi di grano e segale.
Si trattava di un metodo che consentiva alle popolazioni montane e pedemontane di ottenere una farina da pane più digeribile di quella che veniva prodotta con la sola segale così che se l'annata fosse stata favorevole alla fine avrebbero ottenuto una farina particolare, buona e sostanziosa.
Qualora invece l'annata fosse risultata difficoltosa, compromettendo lo sviluppo del grano ( più sensibile alle avversità climatiche) avrebbero raccolto comunque la segale, utile per la loro sopravvivenza.
Si hanno infatti cenni storici nei mercuriali risalenti al 1700 in cui il Barbarià©
veniva quotato alla stregua degli altri cereali.
Ad oggi il Barbarià©, che fa parte della rotazione temporale necessaria per la produzione dell' Aglio di Caraglio
( Aj 'd Caraj ), è inserito in un progetto che prevede l'impiego e la rievocazione di antiche coltivazioni tradizionali, un tempo presenti nei nostri areali e ora purtroppo cadute, con i loro sapori, nell'oblio del ricordo.
Il sapore, infatti, è assai diverso dalla semplice mistura delle due farine come avviene oggi,
perchè la consociazione dei due cereali fa sì che a livello radicale le sostanze nutritive siano meglio assorbite
e poi assimilate tanto da migliorare notevolmente le caratteristiche organolettiche.
Ne scaturisce così una farina integrale dolce, adatta per ottimi biscotti, torte, per realizzare gustose pizze
ma anche per il pane e la pasta.
che prevedeva la semina autunnale di una miscela composta da semi di grano e segale.
Si trattava di un metodo che consentiva alle popolazioni montane e pedemontane di ottenere una farina da pane più digeribile di quella che veniva prodotta con la sola segale così che se l'annata fosse stata favorevole alla fine avrebbero ottenuto una farina particolare, buona e sostanziosa.
Qualora invece l'annata fosse risultata difficoltosa, compromettendo lo sviluppo del grano ( più sensibile alle avversità climatiche) avrebbero raccolto comunque la segale, utile per la loro sopravvivenza.
Si hanno infatti cenni storici nei mercuriali risalenti al 1700 in cui il Barbarià©
veniva quotato alla stregua degli altri cereali.
Ad oggi il Barbarià©, che fa parte della rotazione temporale necessaria per la produzione dell' Aglio di Caraglio
( Aj 'd Caraj ), è inserito in un progetto che prevede l'impiego e la rievocazione di antiche coltivazioni tradizionali, un tempo presenti nei nostri areali e ora purtroppo cadute, con i loro sapori, nell'oblio del ricordo.
Il sapore, infatti, è assai diverso dalla semplice mistura delle due farine come avviene oggi,
perchè la consociazione dei due cereali fa sì che a livello radicale le sostanze nutritive siano meglio assorbite
e poi assimilate tanto da migliorare notevolmente le caratteristiche organolettiche.
Ne scaturisce così una farina integrale dolce, adatta per ottimi biscotti, torte, per realizzare gustose pizze
ma anche per il pane e la pasta.